SCIENZA, FEDE ED ESISTENZA DI CRISTO. Post dal 19 febbraio al 2 maggio 2011

lunedì, 02 maggio 2011

CRISTO E’ VERAMENTE ESISTITO E NON ERA UN ILLUSIONISTA. PAROLA DI ILLUSIONISTA.

  
Noto che i miei post su quella porcheria di Zeitgeist continuano a suscitare un certo interesse nell’ambiente virtuale del web. La ragione principale o forse l’unica di tanto successo è che nel web si ritrovano ben poche informazioni critiche su Zeitgeist. Sarebbe opportuno che qualche reporter di alto livello facesse una indagine approfondita su questo movimento, che attira le menti ottuse come la carne morta attira i cagnotti. Abbiamo visto che gli autori di Zeitgeist fondono insieme la teoria del grande complotto occidentale (ossia israelo-americano-sionista-massonico-capitalista-finaziario) e la nuovissima teoria del grande complotto cristiano (“la cospirazione di Cristo”), uscita dalla mente bacata di una ciarlatana di nome Archeria. L’incontro fra il complottismo anti-occidentale e il complottismo  anti-cristiano era inevitabile. Infatti, anti-occidentalismo e anti-cristianesimo sono due facce della stessa medaglia, dal momento che la civiltà occidentale è una conseguenza del Cristianesimo.
Ma torniamo più indietro. Nel primo post sulle missioni lunari della Nasa, ho spiegato che bastano pochi colpi di rasoio di Occam per fare a pezzi qualunque teoria del complotto. Per tagliare corto, l’esperienza insegna che più grandi sono le dimensioni di un complotto, più numerose sono le probabilità che sia scoperto. Se consideriamo che nemmeno le piccole congiure di palazzo riescono a rimanere segrete a lungo (tanto è vero che i libri di storia ne sono pieni), realizziamo che nessun complotto delle stesse mirabolanti dimensioni e della stessa prodigiosa durata dell’immaginario complotto israelo-americano-sionista-massonico-capitalista-finaziario potrebbe mai esistere.
Senza nessun senso del ridicolo, gli ignorantissimi autori di Zeitgeist ci dicono che fra qualche anno i membri del complotto capitalista-finanziatio-monetario ci impianteranno un microchip sotto la pelle, naturalmente a nostra insaputa. Ha ha ha ha haaaa!!!   Inoltre, ci dicono che Cristo non sarebbe mai esistito, che se lo sarebbero inventato i primi cristiani. Essendo a corto di idee, questi ultimi avrebbero scopiazzato varie divinità pagane… Ha ha ha ha haaaa!!!   Ora, delle radicali dissomiglianze fra Cristo e le suddette divinità pagane, in primo luogo tal Horus d’Egitto, ne ho già parlato. Adesso vorrei soffermarmi sull’idea secondo cui dietro la religione più diffusa al mondo ci sarebbe un vasto complotto, naturalmente collegato al complotto capitalista-finanziario-monetario di cui sopra. Vado subito a prendere un rasoio di Occam ben affilato. Come la teoria del complotto capitalista-finanziatio-monetario, così anche la teoria della “cospirazione di Cristo” cade a pezzi alla prima rasoiata. .
Per cominciare, gli autori di Zeitgeist non sono i primi a negare la storicità dei Vangeli. Di negazionisti del Cristianesimo ce ne sono tanti. Alcuni di essi sostengono la teoria secondo cui Cristo non sarebbe mai esistito, se lo sarebbero inventato i discepoli. Altri sostengono la teoria secondo cui Cristo sarebbe veramente esistito ma non avrebbe compiuto nessun miracolo: sarebbe stato solo un abile illusionista. Ebbene, la prima teoria è eccessivamente improbabile. Infatti, una gran quantità documenti e testimonianze depongono a favore dell’esistenza storica di Cristo. Adire il vero, gli studiosi  anti-cristiani degli ultimi due secoli hanno cercato di negare la validità di questi documenti e queste testimonianze. Gli storici pagani Cornelio Tacito e Giuseppe Flavio parlano di un nazareno di nome Cristo condannato a morte da Ponzio Pilato, governatore romano della Giudea. Tacito in particolare era uno storico molto scrupoloso e informato. Aveva l’abitudine di verificare le notizie, prima di riferirle nei suoi Annales. Sicuramente, egli doveva conoscere il nome dei governatori romani dislocati nei vari territori dell’impero, non solo quelli del presente ma anche quelli dell’immediato passato. Ma gli storici anti-cristiani non sono disposti a credere che i brani di Tacito e quelli di Giuseppe Flavio su Cristo siano attendibili. Secondo loro, infatti, sarebbero stati manipolati da astuti ed infidi copisti cristiani. Non ancora soddisfatti, hanno sprecato una quantità sterminata di energie nel tentativo di dimostrare che Ponzio Pilato non sarebbe mai esistito. Il poeta mancato ed egittologo mancato Gerard Massey, di cui abbiamo fatto la conoscenza nel primo post su Zeitgeist, aveva addirittura cercato di dimostrare che il nome Ponzio Pilato contenesse l’anagramma di varie divinità tanto per cambiare egizie. Tutto andava per il meglio quando all’improvviso, nel 1961, il piccone impertinente di alcuni archeologi italiani rinvenne la lapide col nome di Ponzio Pilato, governatore della Giudea, nel teatro di Cesarea Marittima. Oltre che su Pilato, la foga negazionista si è accanita sul villaggio di Nazareth. Era ormai opinione comune che il villaggio di Maria e Giuseppe non fosse mai esistito, quando in Palestina emergeva dal suolo una pietra antica con una imbarazzante indicazione stradale: “Verso Nazareth”. Per corollario, si scoperto che la casa in pietra conservata nella basilica di Loreto, che secondo la tradizione sarebbe stata la casa di Maria, proviene effettivamente dalla Palestina ed ha almeno duemila anni. Ma come ci è finita a Loreto? Nel Medioevo alcuni crociati andarono a Nazareth, “smontarono” quella che i cristiani locali veneravano da sempre come la casa di Maria, trasportarono le pietre fino a Loreto e qui la rimontarono, stando bene attenti a mettere l’ingresso in direzione di Nazareth.
Riepilogando, Ponzio Pilato è esistito e ha condannato a morte un certo Christus, Nazareth è esistita e la casa di Loreto proviene da quelle parti. Se mettiamo insieme tutti questi indizi, e tanti altri, dobbiamo ammettere che l’ipotesi più semplice, secondo il principio del rasoio di Occam, è che un uomo di nome Gesù sia veramente esistito.
E adesso consideriamo i Vangeli. Per farla breve, l’ipotesi che i quattro evangelisti si siano inventati di sana pianta tutti i fatti narrati nei Vangeli è talmente improbabile da essere inverosimile. Ho sentito di uno studio comportamentale condotto di recente in una università americana. I ricercatori hanno chiesto ad un gruppo di volontari di mentire riguardo qualche circostanza della loro vita. Risultato? Nessuno dei volontari è riuscito ad inventare delle bugie dalla trama complessa. Quasi tutti avevano inventato delle bugie dalla trama molto semplice e poco estesa nel tempo. Quando i ricercatori hanno chiesto loro di inventare delle bugie con una maggiore estensione temporale, quasi tutti i volontari sono caduti in contraddizione. Insomma, questo studio non ha fatto che confermare quello che insegna l’esperienza poliziesca: quasi tutti i rei cadono in contraddizione quando sono sottoposti a dei lunghi ed estenuanti interrogatori. Sembra proprio che la capacità di inventare delle storie coerenti dalla trama complessa sia un dono riservato ai grandi scrittori.
Ora, gli evangelisti ci narrano una storia dalla trama indubbiamente molto complessa ed estesa nel tempo. Erano degli scrittori professionisti? Non si direbbe proprio. Il linguaggio degli evangelisti è veramente scarno, marcatamente anti-letterario. I retori romani lo definivano, con disprezzo, “sermo piscatorius”: “linguaggio da pescatori”.  Inoltre,  i quattro diversi evangelisti narrano gli stessi fatti. Si erano messi d’accordo? Ma perché mettersi d’accordo per scrivere in contemporanea quattro “romanzi” simili? Non era più facile scrivere tutti insieme un solo “romanzo”? Inoltre, gli evangelisti raccontano sì gli stessi fatti, ma ogni evangelista li racconta a modo suo. Un evangelista riferisce un dettaglio che un altro evangelista non riferisce e viceversa. La spiegazione più semplice di queste piccole differenze è che ognuno degli evangelisti, che non dimentichiamolo non erano dottori in filosofia, ricorda a modo suo gli stessi fatti cui ha assistito insieme agli altri tre. Prendete un fatto del passato che ha riguardato voi e altre persone. Ebbene, tutti insieme vi ricordate lo stesso fatto, ma ognuno se lo ricorda a suo modo. Voi vi ricordate di certi dettagli che magari ad altri sono sfuggiti, ed altri si ricorderanno di altri dettagli che a voi sono sfuggiti. In conclusione, gli evangelisti non sembrano davvero degli scrittori provetti. Sembrano delle persone umili che buttano giù rapidamente i loro ricordi, senza fronzoli letterari.
Ma ammettiamo che gli evangelisti fossero degli scrittori provetti e furbissimi, ammettiamo che si fossero inventati tutto, ammettiamo che avessero usato un linguaggio anti-letterario e abbiano inserito delle piccole differenze fra un Vangelo e l’altro proprio per ingannarci meglio, prevedendo che nel ventunesimo secolo questo linguaggio anti-letterario e queste piccole differenze ci sarebbero apparse come prove di sincerità. Ebbene, anche in questo caso i conti non tornano. Se tutta la storia della loro amicizia con quel Gesù se la fossero inventata, l’avrebbero inventata meglio. In primo luogo, come accennavo nel primo post su Zeitgeist, si sarebbero inventati la data della nascita di Gesù. In secondo luogo, avrebbero fatto abitare la sacra famiglia in un posto più famoso e più illustre di quel paesello dimenticato da Dio che aveva nome di Nazareth. In terzo luogo, avrebbero fatto nascere Gesù da un principe e da una principessa, non da una sconosciuta – sebbene lontanissima discendente di Davide – e da un falegname. E soprattutto, come vedremo subito, non si sarebbero mai sognati di scrivere che la sconosciuta avrebbe partorito per opera dello Spirito Santo.
Ma ammettiamo lo stesso che gli evangelisti si siano inventati tutto, compreso il dettaglio della concezione per opera dello Spirito Santo. A questo punto, dobbiamo chiederci: a quale scopo lo avrebbero fatto? Voi direte subito che il mondo è pieno di falsi santoni e falsi profeti che si inventano nuove religioni, una più strana dell’altra. Questo è vero. In America i fondatori di nuove e strane religioni pullulano. Ma tutti hanno uno scopo molto materiale: arricchirsi. Ognuno di essi cerca di attirare il maggiori numero di proseliti e, soprattutto, di spillare quattrini ai proseliti. In Palestina, ai tempi di Gesù, i falsi profeti pullulavano. Tutti avevano uno scopo molto concreto: rovesciare il governo romano e prendere il potere. E gli evangelisti? Bé, sicuramente il loro scopo non era quello di fare la bella vita, visto che  si sono volontariamente sottoposti a lunghi ed estenuanti viaggi attraverso i territori dell’impero. Se invece il loro scopo fosse stato quello di arricchirsi e\o prendere il potere, l’ultima cosa che avrebbero dovuto fare era di andare in giro a parlare di cose come Incarnazione, Morte e Risurrezione di Cristo, Dio fatto uomo. Cercate di stamparvi in testa che parlare di queste cose non solo nella terra degli scribi e dei farisei ma pure nel colto e liberale mondo pagano era la maniera migliore per attirare una gragnola di insulti e di sassi, se non di finire direttamente sul patibolo. E infatti gli apostoli sono stati perseguitati sia dai loro compatrioti giudei sia dai pagani. Pietro è finito crocifisso a testa in giù presumibilmente nel punto di Roma ove ora sorge san Pietro in Montorio, Paolo fu decapitato. E non potete venirmi a dire che non si aspettassero di finire male. Per quale ragione Pietro aveva rinnegato Cristo ben tre volte, se non perché sapeva di rischiare la pelle? E gli apostoli, dopo la morte di Cristo, non se ne stavano chiusi in una stanza proprio perché avevano una gran paura dei giudei? Quindi è stupefacente che gli apostoli abbiano intrapreso la loro missione apostolica dopo avere visto che trattamento avevano riservato al loro maestro sia i sommi sacerdoti che e le autorità romane, sia gli ebrei che i pagani.
Se consideriamo con attenzione le caratteristiche dei Vangeli, dobbiamo ammettere che l’ipotesi più semplice è che gli evangelisti non si siano inventati nulla, che abbiamo veramente seguito per tre anni quel Gesù e che abbiamo assistito di persona ai suoi miracoli. E a questo punto dobbiamo considerare la seconda teoria “negazionista”: Cristo sarebbe stato solo un abile illusionista e i suoi discepoli gli avrebbero fatto da spalla. Possibile? Allora proviamolo a chiedere ad uno del mestiere. Chi meglio di un vero illusionista potrebbe “smascherare” i presunti trucchi di quel nazareno? Per  cercare di capire se quel nazareno fosse stato per caso un suo collega, l’illusionista americano Brock Gill è andato in Terra Santa a girare un documentario: The miracles of Jesus. Si tratta di un documentario davvero sovversivo, un pugno in faccia a tutti gli Odifreddi, gli Augias, i Dan Brown e i seguaci di Zeitgeist. E sì, perché il giovane e intelligentissimo mago smonta uno dopo l’altro tutte le affermazioni del negazionismo anti-cristiano. Insomma, è davvero un mago in tutti i sensi. E a questo punto interviene il mago. Percorrendo i luoghi del Vangelo, cerca di simulare i miracoli di Cristo (ovviamente senza svelare i trucchi del mestiere). Moltiplicare i pani e i pesci con tecniche illusionistiche? Non c’è problema. Camminare sulle acque con tecniche illusionistiche? Anche questo si può fare. Fingersi morto, farsi chiudere in un sepolcro ed uscire, eludendo i controlli delle guardie? Con un po’ di pazienza, anche l’illusione della falsa resurrezione è servita. A questo punto, lo spettatore anti-teista si sente rincuorato: “Lo dicevo io, che i miracoli erano solo trucchi!”. E qui il nostro Harry Potter li frega tutti, dicendo più o meno: “Cari spettatori, il mio spettacolo vi ha divertito? Sono contento. Ma dovete sapere che ho dovuto prepararmi per mesi, ho avuto bisogno di una trentina di complici esperti e, soprattutto, ho dovuto usare alcuni strumenti tecnologici. Ebbene, Gesù e i suoi discepoli andavano sempre in giro da un posto all’altro a predicare la buona novella, non avevano il tempo per preparare trucchi come quelli che vi ho mostrato. Inoltre, le tecniche illusioniste sono state inventate di recente, è inverosimile che Gesù e i suoi discepoli le avessero inventate prima del tempo. Senza contare che ai tempi di Gesù non c’erano gli strumenti tecnologici di cui ho avuto bisogno per preparare lo spettacolo”. Ma certamente la sua parola di mago da sola non basta. Bisognerebbe sentire anche un’altra campana, non trovate? E infatti, nel corso del documentario, ha modo di dire la sua anche uno degli assistenti del mago David Copperfield. L’intervistatore gli chiede: “In base alla sua esperienza, lei crede che sia possibile simulare i miracoli di Cristo con tecniche illusionistiche”. E lui: “Sì, certamente”. L’intervistatore: “E allora, Cristo non poteva essere un illusionista?”. A questo punto l’assistente di Coppefield si mette a ridere.  Poi dice: “Lei si immagini la scena: Cristo e i suoi discepoli che camminano per il deserto della Palestina…. seguiti da tre tir pieni di attrezzi di scena”. E Brock Gill conclude il documentario con queste parole: “Noi illusionisti possiamo anche simulare alcuni miracoli. Ma nessun illusionista al mondo potrebbe simulare il miracolo più grande: la diffusione inarrestabile prima nei territori dell’impero e poi nel mondo intero  di una religione che fu combattuta per secoli dal governo di Roma, che era il governo più potente dell’antichità. Inoltre, gli illusionisti non cambiano la vita della gente. Invece Gesù la cambia. Il vero miracolo è questo cambiamento del cuore”. Che altro dire? Io a questo mago gli farei un monumento.
Nel corso del documentario intervengono anche archeologi, studiosi delle Sacre Scritture, studiosi delle religioni antiche, latinisti e perfino psicologi. Secondo tutti costoro, nessuno escluso, l’ipotesi più semplice, sempre dal punto  di vista di Occam, è che Cristo sia veramente esistito e abbia veramente compiuto i suoi miracoli. Nella prima parte del post ho riferito alcuni dei loro argomenti. Prima di concludere, vorrei accennare anche agli argomenti psicologici e psichiatrici. L’intervistatore chiede ad uno psicologo: “Nel Vangelo c’è scritto che ai miracoli di Cristo assistettero diverse centinaia di persone. È possibile che siano state vittime di fenomeni di allucinazione collettiva?”. E lo psicologo: “Assolutamente no, il concetto di allucinazione collettiva è controverso, non si sono mai registrati dei veri casi. Le allucinazioni sono sempre individuali e non sono trasmissibili”. L’intervistatore: “San Paolo dice di essere stato folgorato sulla via di Damasco. Può essersi trattato di una allucinazione?” Lo psicologo: “No, perché le persone vittime di allucinazioni, normalmente credono al contenuto delle loro allucinazioni, dal momento le allucinazioni sono frutto della loro mente. Invece san Paolo non credeva in Cristo. San Paolo era un fariseo, aveva dedicato la sua vita alla persecuzione dei cristiani. È del tutto inverosimile che egli abbia potuto auto-ingannarsi, immaginando di essere interpellato proprio da quel Cristo che egli riteneva fermamente essere un impostore”.
Anche quelli che videro Cristo risorto sembrano tutto fuorché vittime di allucinazione. Nel Vangelo c’è scritto che le pie donne andarono al sepolcro e lo trovarono vuoto. Alla Maddalena non passò neanche per l’anticamera del cervello che Gesù potesse essere risorto: era convinta che qualcuno ne avesse trafugato il cadavere. Quindi vagò per il giardino e vide qualcuno che gli sembrò un giardiniere. Si avvicinò e gli chiese dove era stato messo il corpo del suo maestro. Ebbene quello non era un giardiniere. Ma alla Maddalena sono stati necessari alcuni istanti per capirlo. Non ci voleva credere che quello fosse proprio Gesù! Quindi corse subito a dirlo ai discepoli, che all’inizio si rifiutarono di crederle. Ma poi cambiarono idea e corsero a vedere il sepolcro vuoto. Ora, normalmente le allucinazioni consistono nello scambiare un evento normale per un evento straordinario, soprannaturale. Ad esempio, io vedo nella penombra una persona assolutamente normale e la scambio per una persona morta o per un angelo o per un alieno (e quanti ce ne sono, che vedono gli alieni). Ma alla Maddalena è successo esattamente il contrario: ha visto una persona risorta da morte alla luce del giorno e la sua mente ha creduto di vedere un normale essere umano in veste da giardiniere. Similmente, i discepoli di Emmaus hanno creduto di cenare assieme ad un normalissimo compagno di viaggio, senza accorgersi che quel compagno di viaggio era proprio Gesù. Talmente non se ne sono accorti, che gli hanno confidato la loro amarezza: noi volevamo bene a quel Gesù, credevamo in lui e adesso è morto… E invece no: è risorto.
giovedì, 28 aprile 2011

L’alternativa fra fede e incredulità coincide con l’alternativa fra razionalità e irrazionalità.

Lo ha detto il Santo Padre Benedetto XVI durante l’ omelia del sabato santo. Ho rubato la citazione direttamente dal blog Libero Arbitrio:

 San Giovanni, nelle prime parole del suo Vangelo, ha riassunto il significato essenziale [del racconto della creazione] in quest’unica frase: “In principio era il Verbo”. In effetti, il racconto della creazione che abbiamo ascoltato prima è caratterizzato dalla frase che ricorre con regolarità: “Dio disse…”. Il mondo è un prodotto della Parola, del Logos, come si esprime Giovanni con un termine centrale della lingua greca. “Logos” significa “ragione”, “senso”, “parola”. Non è soltanto ragione, ma Ragione creatrice che parla e che comunica se stessa. È Ragione che è senso e che crea essa stessa senso. Il racconto della creazione ci dice, dunque, che il mondo è un prodotto della Ragione creatrice. E con ciò esso ci dice che all’origine di tutte le cose non stava ciò che è senza ragione, senza libertà, bensì il principio di tutte le cose è la Ragione creatrice, è l’amore, è la libertà.
Qui ci troviamo di fronte all’alternativa ultima che è in gioco nella disputa tra fede ed incredulità: sono l’irrazionalità, l’assenza di libertà e il caso il principio di tutto, oppure sono ragione, libertà, amore il principio dell’essere? Il primato spetta all’irrazionalità o alla ragione? È questa la domanda di cui si tratta in ultima analisi. Come credenti rispondiamo con il racconto della creazione e con San Giovanni: all’origine sta la ragione. All’origine sta la libertà. Per questo è cosa buona essere una persona umana.
Non è così che nell’universo in espansione, alla fine, in un piccolo angolo qualsiasi del cosmo si formò per caso anche una qualche specie di essere vivente, capace di ragionare e di tentare di trovare nella creazione una ragione o di portarla in essa. Se l’uomo fosse soltanto un tale prodotto casuale dell’evoluzione in qualche posto al margine dell’universo, allora la sua vita sarebbe priva di senso o addirittura un disturbo della natura. Invece no: la Ragione è all’inizio, la Ragione creatrice, divina. E siccome è Ragione, essa ha creato anche la libertà; e siccome della libertà si può fare uso indebito, esiste anche ciò che è avverso alla creazione. Per questo si estende, per così dire, una spessa linea oscura attraverso la struttura dell’universo e attraverso la natura dell’uomo. Ma nonostante questa contraddizione, la creazione come tale rimane buona, la vita rimane buona, perché all’origine sta la Ragione buona, l’amore creatore di Dio. Per questo il mondo può essere salvato. Per questo possiamo e dobbiamo metterci dalla parte della ragione, della libertà e dell’amore – dalla parte di Dio che ci ama così tanto che Egli ha sofferto per noi, affinché dalla sua morte potesse sorgere una vita nuova, definitiva, risanata.

Siccome sono recidiva, ho sottolineato la frecciatina del papa alla teoria evolutiva in salsa neodarwiniana. In quest’era di postmodernismo trionfante, che rinnega il razionalismo, esalta il caos e afferma la relatività di tutti i valori, i cristiani sono gli ultimi depositari del più prezioso tesoro dell’Occidente: la Ragione, la Libertà e l’Amore. Ciao.

sabato, 19 febbraio 2011

IMPETUS! Come la fede aiuta la scienza.

Accidenti, non ci avevo mai pensato. Non mi ero mai soffermata a riflettere sul fatto che tutti gli oggetti inanimati che si muovono sono mossi! L’acqua dei ruscelli è mossa a valle dalla forza di gravità, il proiettile è mosso da una piccola esplosione che avviene all’interno della pistola, un sasso che vola è mosso da un braccio. Non essendomi mai soffermata a rifletterci, avevo sempre sottovalutato la prova filosofica EX MOTU di San Tommaso d’Aquino, secondo cui il fenomeno del movimento prova l’esistenza di Dio come “motore primo” del cosmo. Non è una cosa da poco. Il concetto di “motore immobile” permetteva di spiegare il movimento degli astri.

Prima che san Tommaso se ne venisse fuori col “motore primo”, andava ancora per la maggiore l’opinione dei greci, secondo cui gli astri avrebbero avuto una sorta di anima spirituale. In effetti, il pensiero greco dominante – imperniato sulla triade Socrate, Platone ad Aristotele – non riusciva ad emanciparsi dal panpsichismo. Da Wikipedia: “Il panpsichismo o pampsichismo[1] è un concetto appartenente all’ambito filosofico. Esso ritiene che tutti gli esseri, viventi e apparentemente non viventi, posseggano delle capacità psichiche. Hanno inserito concetti panpsichici nelle loro dottrine Talete, Platone, Telesio, Campanella,[2] Giordano Bruno,[3] Patrizi,[4] Leibniz,[5] Maupertuis.[6]”. Vi sarà saltato subito all’occhio che fra i fans del panpsichismo non ci sono filosofi cristiani di provata ortodossia ma solo ed esclusivamente pagani, eretici (Bruno e Campanella) e pure un ebreo (Spinoza). Bisogna aggiungere solo i musulmani Avicenna e Averroè. Nota bene: dovreste ricordarvi che Dante prese da san Tommaso l’idea che le orbite dei pianeti siano regolate da “intelligenze motrici”. Al contrario di quanto sembra, l’idea delle “intelligenze motrici”, per quanto sbagliata, è molto lontana da ogni suggestione panpsichista. Tommaso si diceva convinto che la spinta impressa da Dio all’universo al momento della creazione bastasse a spiegare il movimento degli astri, ma non escludeva che Dio avesse incaricato delle intelligenze angeliche di regolarne le orbite. Ma se gli astri hanno bisogno di essere mossi dagli angeli, allora non hanno un’anima. Di conseguenza, si può affermare senza timore di esagerare che Tommaso ha dato il colpo di grazia al panpsichismo. E ha pure anticipato l’intuizione di quella gigantesca esplosione che ha dato origine al cosmo, facendolo espandere in tutte le direzioni.

Perché il pensiero cristiano è riuscito ad emanciparsi dal panpsichismo mentre il pensiero pagano no? La riposta è di una semplicità disarmante: perché i cristiani credono nel dogma della creazione, secondo cui l’universo ha avuto un inizio ed avrà una fine. Anche questa non è cosa da poco. I filosofi greci faticavano a pensare che il cosmo potesse avere avuto un inizio e potesse avere una fine. Infatti, ad occhio nudo la materia sembra eterna. Noi vediamo che le forme periscono più o meno velocemente ma la materia di cui sono fatte resta, trasformandosi e assumendo nuove forme. Quindi al filosofo greco la materia sembrava eterna, il cosmo sembrava eterno. E se il cosmo era eterno, anche il movimento degli astri doveva essere eterno. Dal momento che escludevano la creazione divina, i filosofi escludevano anche che gli astri fossero stati “lanciati” nello spazio dal “braccio” divino. A loro parere, gli astri dovevano muoversi da soli come gli esseri animati ossia erano essi stessi animati. Adesso vi chiederete perché mai i filosofi ebrei e i filosofi musulmani abbiano accolto l’opinione dei greci. I musulmani e gli ebrei non credono forse nella creazione, come i cristiani? Certo, credono che il cosmo sia stato creato da Dio. Ma non credono che Dio abbia creato il cosmo tramite suo Figlio, Cristo-logos. Non credendo che Cristo fosse figlio di Dio, credevano che il cosmo stesso fosse… figlio di Dio. E se il cosmo era figlio di Dio, doveva per forza avere un’anima (cfr. Stanley Jaki, Cristo e la scienza, Ed. Fede e Cultura, 2006; http://www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=article&sid=1880).

In buona sostanza, di tutte le religioni mai apparse sulla terra solo il Cristianesimo distingue nettamente fra Dio e la creazione, bruciando così ogni equivoco panpsichista, panteista e magico. Distinguendo nettamente fra Creatore e creazione, i cristiani potevano concepire il Creatore come legislatore della creazione e quindi potevano concepire lo studio delle leggi volute dal divino legislatore. In altre parole, potevano concepire la scienza. Invece, il panpsichismo è del tutto incompatibile con la scienza. Se infatti si pensa che ogni oggetto del cosmo abbia una sua propria volontà, si deve anche pensare che non obbedisca a nessuna legge esterna. E come si potrebbe trarre una scienza dall’osservazione di molteplici volontà indipendenti da qualsiasi legge? Il panspichismo prepara la strada al pensiero magico.

Forse non avete compreso a fondo l’importanza del concetto di “motore immobile”. Rispolverate le memorie scolastiche: la fisica inizia proprio come studio del movimento! Ve la ricordate la prima legge della dinamica? Da Wikipedia: “Questo fondamentale principio fu scoperto da Galileo Galilei e dettagliatamente descritto in due sue opere, rispettivamente, nel 1632 e nel 1638: il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo e Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attenenti alla meccanica e i movimenti locali. La sua prima enunciazione formale è di Isaac Newton (Philosophiae Naturalis Principia Mathematica)”. Dunque, questo principio fondamentale è stato scoperto da due cristiani: un cattolico che cercava “il pensiero di Dio impresso nella materia” e un protestante anti-trinitario che scriveva: « Non credo che ciò [l’Universo] si possa spiegare solo con cause naturali, e sono costretto a imputarlo alla saggezza e all’ingegnosità di un essere intelligente». Ma secondo recenti studi, la scoperta del primo prinicipio della dinamica deve essere retrodatatodi parecchi secoli. Fu il filosofo e logico francese Giovanni Buridano (1290-1358 circa) a scoprirla. Egli non parlava di “dinamica” ma, latinamente, di “impetus”. Forse già state pensando che la teoria dell’impetus sia stata respinta dalla Chiesa medievale… E invece no. In ogni convento e in ogni università dell’Europa trecentesca si conservava almeno una copia dell’opera di Giovanni Buridano. La grande quantità di copie dell’opera di Buridano rinvenute in Europa dimostra che la teoria dell’impetus era stata accolta con favore dagli intellettuali cattolici di allora e, naturalmente, dalla Chiesa ufficiale. Domanda: ma perché mai ad un tizio medievale è venuta in mente una cosa così geniale? Come ci era arrivato? Ma è semplice: perché la prova “ex motu” di san Tommaso gli aveva chiarito le idee. Essendosi finalmente sbarazzato dall’idea panpsichista che gli oggetti inanimati avessero una psiche, poté mettersi a studiare il moto dei corpi inanimati, nella speranza di scoprirne la segreta legge. E così, un poco alla volta, anche l’idea delle “intelligenze motrici” andò in soffitta.

La vicenda di Giovanni Buridano ci insegna che la scienza è figlia delle fede. Ma se la scienza è figlia delle fede, allora la fede viene prima della scienza. Per mettermi a fare scienza, devo prima avere fede. Devo credere che il cosmo non si basi sul caos ma sull’ordine, e devo credere che la mia ragione sia in grado di comprendere quell’ordine. In parole povere, devo avere fede in un Dio razionale  e devo credere di essere fatta ad immagine e somiglianza di questo Dio razionale. Ma se la scienza viene dopo la fede, allora deve anche sottomettersi alla fede? In effetti, tutti i dottori della chiesa concordano sul fatto che la ragione deve sottomettersi alla fede. Gli anti-teisti riuniti del mondo tuonano: imponendo alla ragione di sottomettersi alla fede, il Cristianesimo uccide la scienza! In realtà, a me sembra che alla scienza convenga sottomettersi alla fede. San tommaso diceva: la ragione non può mai essere in contraddizione con la fede e, viceversa, la fede non può mai essere in contraddizione con la ragione. Tuttavia, la fede è superiore alla ragione: se un ragionamento è in contraddizione con la fede, vuol dire che la ragione è giunta a false conclusioni e bisogna rifare il ragionamento da capo. Parole sante! Nel XIII secolo, alcuni dottori dell’università di Parigi (fra cui Sigieri di Brabante) si erano fatti convincere da Averroè che la materia fosse eterna. Quindi formularono la teoria della doppia verità: la verità della ragione non coincide con la verità della fede e tuttavia bisogna avere fede lo stesso. Infatti, a quei dottori la ragione diceva che la materia era eterna (e infatti ad occhio la materia sembra eterna) mentre la fede diceva che il creato aveva avuto un inizio ed avrebbe avuto una fine. Ebbene, se questi dottori avessero sottomesso la ragione alla fede, avrebbero intuito con secoli di anticipo la Teoria del Big Bang e il principio dell’entropia. Scusate se è poco.

3 commenti su “SCIENZA, FEDE ED ESISTENZA DI CRISTO. Post dal 19 febbraio al 2 maggio 2011

  1. IMPETUS
    #2 24 Febbraio 2011 – 18:28

    Per l’ennesima volta cerchi di dimostrare la razionalità intrinseca del cristianesimo mediante la tesi dell’origine cristiana della scienza. Peccato, perché, come ti ho già spiegato, la categoria dell’universo come logos razionale è di origine greca. L’ho già scritto più volte, ma tu fai finta di niente e continui per la tua strada.

    ” l’idea delle “intelligenze motrici”, per quanto sbagliata, è molto lontana da ogni suggestione panpsichista […]. Invece, il panpsichismo è del tutto incompatibile con la scienza”

    Fammi capire: l’adesione dei non-cristiani al panpsichismo dimostra la loro lontananza dalla scienza contemporanea (cioè, all’interno del tuo discorso apologetico, la loro inferiore ragionevolezza). Viceversa, l’adesione del pensiero tomista alla dottrina delle intelligenze motrici (che pure tu riconosci essere “sbagliata”) non può essere usata nella stessa direzione argomentativa. Spero che tu ti renda conto che tra il panpsichismo e le intelligenze angeliche non c’è una grande differenza (almeno dal punto di vista del pensiero scientifico e dei suoi presupposti)…

    “Se infatti si pensa che ogni oggetto del cosmo abbia una sua propria volontà, si deve anche pensare che non obbedisca a nessuna legge esterna”

    E per quale motivo? Voi cristiani accettate l’idea che l’uomo abbia una propria volontà autonoma; non per questo, tuttavia, egli vi risulta impermeabile alle leggi esterne (volute da Dio), né il suo comportamento appare irriducibile a descrizioni capaci di produrre previsioni scientifiche.
    In generale, seguendo la tua logica, il massimo di ordine si ottiene col minimo di arbitrio: da questo punto di vista, il determinismo panteista stoico appare molto più adatto a generare il pensiero scientifico di quanto non lo sia il teismo cristiano.

    “Per mettermi a fare scienza, devo prima avere fede. Devo credere che il cosmo non si basi sul caos ma sull’ordine, e devo credere che la mia ragione sia in grado di comprendere quell’ordine”

    Una parte dell’epistemologia contemporanea concepisce l’impresa scientifica come “strumento” per effettuare previsioni, eludendo la necessità di intendere le leggi “scoperte” dall’uomo alla stregua di descrizioni della realtà “in sè e per sè”.
    Al di là di ciò, la vita quotidiana di ogni individuo impone al medesimo di credere nell’esistenza del mondo esterno alla sua coscienza, così come in quella di agenti indipendenti da quest’ultima. La dimostrazione incontrovertibile di tale verità anti-solipsista è tuttavia assai problematica. Ciò nonostante, essa risulta incontestabile. Una certa dose di “fede” è dunque necessaria, anche a chi non fa di mestiere lo scienziato. Proprio per questo, però, non tutte le credenze non strettamente dimostrate sono sensate. Proprio per questo, non basta appellarsi alla “fede” per rientrare ipso facto nell’ambito del “ragionevole”.
    utente anonimo (IP: 3f5a50db802004f)
    #3 09 Marzo 2011 – 09:10

    Riposta in Reginadistracci uncut…
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    COMMENTI A L’ALTERNATIVA FRA FEDE E INCREDULITA’…

    #2 18 Giugno 2011 – 18:57

    TROPPO BELLO, DEVO IMMORTALARLO NEL MIO BLOG

    http://labussolaquotidiana.it/ita/articoli-la-rivoluzione-scientificanacque-nel-medioevo-2196.htm

    La rivoluzione scientifica nacque nel Medioevo

    di Marco Respinti
    17-06-2011

    La Chiesa Cattolica non è nemica del progresso scientifico. Esattamente il contrario: la scienza è stata promossa e difesa dalla Chiesa cattolica, e questo specialmente nel corso dei presunti “secoli bui” del Medioevo in cui la fede vissuta e immersa nella società, nella politica, nelle arti e persino nell’economia promosse nientemeno che la prima, autentica “rivoluzione scientifica”. La Chiesa addirittura finanziò sistematicamente la scienza, ma tutto fu interrotto dalla Rivoluzione Francese che la estromise.

    Lo documenta James Hannam, giovane dottore di ricerca in Storia e Filosofia della scienza al Pembroke College dell’Università di Cambridge, specialista dei rapporti fra Chiesa e scienze tra Medioevo e prima Età moderna. La documentazione è nel suo libro God’s Philosophers: How the Medieval World Laid the Foundations of Modern Science (Icon Books, Londra), pubblicato nell’agosto 2009 e già considerato un classico. In Gran Bretagna esce ora in una nuova edizione paperback destinata al grande pubblico, nei Paesi Bassi e in Germania è già stato tradotto, prossimamente lo sarà in Turchia e in Brasile, e negli Stati Uniti compare adesso con il titolo The Genesis of Science: How the Middle Ages Launched the Scientific Revolution per i tipi di Regnery a Washington, cioè l’etichetta storica del conservatorismo culturale americano con all’attivo decine e decine di titoli e autori eclatanti, nonché oggi preponderante sul mercato con la collana delle “Guide politicamente scorrette” (di cui qualcuna tradotta anche in italiano).

    Insomma, la sfida del prof. Hannam al “pensiero molle” dominante tiene oramai banco. Addirittura la blasonata, impettita e autorevole rivista Nature – che di per sé, dall’ecologismo all’evoluzionismo, è una delle tribune privilegiate del politicamente corretto – ha recentemente ospitato un contributo dello storico inglese.

    Conversione improvvisa del mondo delle scienze e della storia, allora? Più che altro sono il rigore delle indagini di Hannam e le sue conclusioni fattuali a essersi imposte, tanto che il suo libro è stato selezionato per il Royal Society Science Book Prize 2010.

    In esso Hannam dimostra, dati alla mano, che l’“atavica” inimicizia fra pensiero scientifico e dottrina cattolica è più una proiezione mentale dei nostri tempi che una realtà. A lungo e profondamente, anzi sempre, la Chiesa ha favorito arti e scienze, patrocinato il loro sviluppo, pagato le sue ricerche. In questi casi si cita a confutazione il caso di Galileo Galilei (1564-1642), ma è l’unico: da solo non inficia una storia bimillenaria di positivo interesse della Chiesa cattolica per quel progresso delle scienze capace di svelare sempre nuovi aspetti del creato a illustrazione della magnificenza del suo Creatore. E del resto Galilei fu fermato solo e quando pretese, sbagliando, di trarre dal piano scientifico conclusioni indebite sul piano religioso.

    Piuttosto, scrive Hannam, l’idea che la Chiesa sia nemica del progresso e della scienza è una invenzione illuminista. Sorge con Voltaire (1694-1778) e si fa dottrina con Thomas H. Huxley (1825-1895), uno dei difensori più militanti della sfida darwiniana alla fede, alla scienza e alla loro armonia.

    Perché la Chiesa non ha mai insegnato che “scritturalmente” la Terra è piatta – si vedano pure le pagini imperdibili di Le balle di Newton. Tutta la verità sulle bugie della scienza (trad. it., Rubbettino, Soveria Mannelli [Catanzaro] 2007) di Tom Bethell, una delle più riuscite tra le succitate “Guide politicamente scorrette” della Regnery – né, scrive Hannam, «nessuno, sono lieto di dirlo, è stato mai bruciato sul rogo per le sue idee scientifiche». Giordano Bruno (1548-1600)? Subì condanna per eresia teologica, la questione scientifica non c’entrava affatto.

    Nessun pontefice ha mai vietato (come invece si afferma) l’autopsia umana, bandito dal sapere comune l’“inquietante” numero zero o scomunicato la cometa di Halley. Nel Medioevo furono inventati gli occhiali da vista, gli orologi meccanici e il mulino a vento – come contribuisce a comprendere anche lo storico inglese Lynn T. White (1907-1987) -, mentre quello ad acqua, noto anche prima, ma adeguatamente messo a regime solo dalla società di cultura cristiana contribuì a estinguere la schiavitù. Innovazioni cinesi quali la polvere da sparo (che in Oriente aveva utilizzi poco più che ludici) o la bussola furono messe a frutto solo nell’Occidente cristiano, come del resto sottolineava il fisico benedettino Stanley L. Jaki (1924-2009) per il quale il segreto è tutto nella peculiare distinzione giudeo-cristiana fra Creatore e creature, nonché nella signoria sul mondo affidata ad Adamo, contenuta nel primo capitolo della Genesi. E numerosissimi grandi scienziati furono vescovi o cardinali.

    Nel favorire le scienze si sono peraltro distinti, scrive Hannam, i padri gesuiti; «è stata la fede che ha portato Copernico a respingere l’universo tolemaico, a spingere Keplero a scoprire la costituzione del sistema solare, e che convinse Maxwell dell’elettromagnetismo». Nel Medioevo – incalza lo storico inglese – «le cattedrali sono state progettate anche come osservatori astronomici per la determinazione sempre più precisa del calendario» e nell’epoca moderna la geologia e la genetica non sarebbero mai nate senza la fede degli scienziati loro iniziatori.

    È una doverosa opera di riscoperta, quella intrapresa dal prof. Hannam, della proficua e costante collaborazione fra cristianesimo e scienza, anzi fra dottrina cattolica e magistero della Chiesa e progresso tecnico-scientifico.

    Vi si ritrova, e giunge a maturazione, il filo di un discorso che si è da tempo imparato ad apprezzare grazie a una medievista come la francese Régine Pernoud (1909-1998), che parlò di Luce del Medioevo (titolando proverbialmente così, nel 1945, la sua opera più nota, forse in seguito a una suggestione del suo amico pittore Matisse) proprio per via delle straordinarie innovazioni anche tecnologiche dovute allo spirito cristiano. O grazie agli studi condotti sulla tecnica al “tempo delle cattedrali” dallo storico francese Jean Gimpel (1918-1996) e alle ricerche del massimo tra i sociologi delle religioni viventi, lo statunitense Rodney Stark, in specie alcune sostanziali del suo ultimo nato (in italiano), A gloria di Dio. Come il cristianesimo ha prodotto le eresie, la scienza, la caccia alle streghe e la fine della schiavitù (trad. it., Lindau, Torino 2011). Senza però nemmeno scordare lo storico francese Sylvain Gouguenheim, che con il suo Aristotele contro Averroè. Come cristianesimo e islam salvarono il pensiero greco (trad. it., Rizzoli, Milano 2009) smitizza finalmente un’antica falsa diceria e mostra che fu grazie ai monaci cristiani che in Occidente venne reintrodotto quel pensiero greco capace di fornire al cattolicesimo le strutture filosofiche adatte ad accogliere e far germogliare il pensiero tecnico-scientifico.

    A quando dunque il libro di James Hannam anche in italiano?
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    #3 20 Giugno 2011 – 18:16

    Promemoria

    http://templarifirenze.org/
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    #4 13 Ottobre 2011 – 03:59

    “Qui ci troviamo di fronte all’alternativa ultima che è in gioco nella disputa tra fede ed incredulità: sono l’irrazionalità, l’assenza di libertà e il caso il principio di tutto, oppure sono ragione, libertà, amore il principio dell’essere? Il primato spetta all’irrazionalità o alla ragione?”

    esiste in filosofia analitica e in logica un assioma noto come principio di bivalenza: si afferma di qualcosa che essa è determinatamente vera o falsa. E’ un principio fortemente realista.
    E’ noto anche l’assioma del terzo escluso: in logica classica (e in alcune sue estensioni) si afferma la verità di qualcosa oppure la negazione di quello stesso qualcosa. Non ti sembra di aver applicato indiscriminatamente tali principi? Per quale ragione si deve dare razionalità oppure non-razionalità (=irrazionalità, o peggio ancora – poeticamente – mancanza di razionalità).

    “Se l’uomo fosse soltanto un tale prodotto casuale dell’evoluzione in qualche posto al margine dell’universo, allora la sua vita sarebbe priva di senso o addirittura un disturbo della natura. Invece no: la Ragione è all’inizio, la Ragione creatrice, divina. E siccome è Ragione, essa ha creato anche la libertà; e siccome della libertà si può fare uso indebito, esiste anche ciò che è avverso alla creazione.”

    E invece non è necessariamente detto che la mancanza di razionalità causale (locale) implichi l’irrazionalità o l’assenza di un dio d’amore o corresponsabile. E’ sufficiente immergere dio o vattelapesca chi per lui all’interno del logos – niente più e niente meno quello che lo stesso (un certo?) magistero fa quando dice che l’uomo è “in dio” fin dall’inizio (correggimi se sbaglio). Purtroppo la scolastica ragionava dialetticamente solo in termini classici (con tutti i limiti che ne derivano).

    Con queste stesse argomentazioni si potrebbe sostenere la superiorità della geometria euclidea rispetto alle altre possibili (e storicamente è stato fatto,

    COMMENTI A CRISTO E’ VERAMENMTE ESISTITO….

    #2 Comment in moderation 06 Maggio 2011 – 15:22

    Qualche obiezione:

    a) Le uniche testimonianze dirette della vita di Gesù sono quelle dei quattro evangelisti (e pure qui ci sarebbe da discutere: gli studiosi sono per lo più propensi a considerare i vangeli canonici come opere di scuole e discepoli facenti capo ai veri apostoli); che senso ha, quindi, parlare della Maddalena, di Paolo o delle centinaia di persone che avrebbero assistito ai miracoli del Cristo come prove della veridicità degli stessi se, in definitiva, a parlarne sono solo i 4 evangelisti (o chi per loro)?

    b) Argomentazioni come quelle del tuo mago sono buone per qualunque miracolo avvenuto nell’antichità: come avrebbe fatto il Buddha a simulare i numerosi prodigi attestatigli dalla tradizione, posto il livello della tecnologia d’allora? Più in generale: come fai a sapere che gli evangelisti hanno raccontato il vero mentre tutti i testi sacri delle altre religioni sono falsi?

    c) Se il tuo Dio ha deciso di rivelarsi agli uomini, perché l’ha fatto in una maniera così poco efficace? Perché la maggior parte degli esseri umani venuti al mondo non è potuta venire a contatto con i Vangeli?

    PRINCIPE MARIO SALIERI
    utente anonimo (IP: add7f3de02ca9d7)
    #3 06 Maggio 2011 – 19:25

    Le tue domande retoriche dimostrano che non hai letto bene il post. Infatti il post si incentra su questo argomento: se i quattro evangelisti fossero stati degli impostori, se fossero stati degli imbroglioni desiderosi di fare proseliti e spillare quattrini ai proseliti, non avrebbero mai scritto i Vangeli. Infatti, la tesi dei Vangeli (Dio fatto uomo, morto e risorto) era scandalosa sia per gli ebrei che per i pagani. Guarda come sono finiti Pietro e Paolo. Ma dal momento che non hai letto bene il post, non meriti nessuna pubblicazione.

    A proposto: per tua norma e tosca la tesi secondo cui i Vangeli sarebbero stati scritti in epoca tarda o dagli evangelisti molto invecchiati o da diversi loro discepoli è caduta da tempo. Infatti, i rotoli di Qumran, scoperti di recente, costringono a retrodatare di parecchi decenni la redazione dei Vangeli.

    A proposito: sul Vangelo c’è scritto più o meno: tu Tommaso hai creduto perché hai visto e toccato, ma beati quelli che crederenno senza avere veduto. Evidentemente, Dio non si rivela in maniera più manifesta proprio per lasciare agli uomini la libertà di credere oppure di non credere in lui.
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    09 Maggio 2011 – 16:52

    Post grandioso, come sempre. Solo un appunto. Parlando della nascita di Gesù hai scritto di “Immacolata concezione”, ma so che in realtà sai anche tu che questa definizione non si riferisce alla verginità perpetua di Maria, bensì al suo essere esente dal peccato originale. Le due cose sono collegate, ma non sono ovviamente la stessa cosa, anche solo nell’ambito del discorso che hai fatto. 😉
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    #6 09 Maggio 2011 – 17:39

    Hai ragione, è stato un lapsus, dovevo dire concezione ad opera dello Spirito Santo. Correggo.
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    #7 Comment in moderation 03 Luglio 2011 – 15:54

    GESU’CRISTO ERA EBREO E SE VERAMENTE FOSSE ESISTITO E SI FOSSE SPACCIATO PER FIGLIO DI DIO, IO COME MAGO L’AVREI AMMIRATO, SOLO CHE GLI EBREI NON LO HANNO MAI CREDUTO E LUI
    ANDO’ A PREDICARE ALTROVE, MA SEMPRE IN UN PAIO DI KM2.
    CREDERE POI AI VANGELI DEI DISCEPOLI E’ ASSURDO CON TANTA IGNORANZA , SPORCIZIA E PRIVI DELLE PIU’ ELEMENTARI BASI DI ALLORA , DA NON DIMENTICARE CHE PER ESSERE CREDUTI OCCORRONO COMPARI, COMPLICI, TIPO DISCEPOLI PIU’ CE NE SONO E’ MEGLIO E’ .
    IO STESSO HO PROVATO SPACCIARMI COME PROFETA NEGLI ANNI 90 IN CECOSLOVACCHIA ESIBENDOMI NELLA PRODUZIONE E MOLTIPLICAZIONE DEI SOLDI A MANI NUDE E SBRACCIATO SENZA FAR CAPIRE CHE ERO UN MAGO, REGALANDO ALCUNI DOLLARI AI PRESENTI; EBBENE ALCUNI GRIDARONO CHE IO ERO IL VERO GESU’CRISTO, ORA IMMAGINATEVI SE IO AL MIO PAESE MI PRESENTO
    E MI ESIBISCO NELLA RESSURREZIONE CON QUALCHE COMPLICE ,
    I MIEI PAESANI MI DERIDEREBBERO, NEL MONDO CI SONO DUE CATEGORIE DI UOMO ANIMALE UNA CHE E’ INTELLIGENTE E RIFLETTE ,
    L’ALTRA TIMOROSA E SUGGESTIONABILE LA CHIESA HA BISOGNO DELLA SUGGESTIONABILE. .DIECI ANNI DOPO RIFECI IL MIRACOLO
    DELLA PRODUZIONE E MOLTIPLICAZIONE DEI SOLDI IN ALTO ADIGE E ANCHE QUI MI DISSERO CHE ERO MIGLIORE DI GESU’ CRISTO.
    utente anonimo (IP: d7558b4402ab050)
    #8 27 Agosto 2011 – 19:01

    Bellissimo articolo, che sottoscrivo in toto… solo una piccola nota che non cambia il concetto, é stato un lapsus della foga di scrivere: era Giuseppe, e non Maria, un lontano discendente della stirpe di Davide (a sua volta discendente di Abramo, a sua volta discendente di Adamo, per numero identico di generazioni tra l’altro se non erro)
    utente anonimo (IP: 4669c549f5f77a6)

  2. credo che quel illusionista abbia le idee un po’ confuse. non servono certo 3 tir di materiale o attrezzi tecnologici per ricreare gli stessi effetti… come trasformare l’acqua in vino si trova in qualunque libro di magia per bambini…

    • Bravo! Se sei così sicuro di potere fare il trucco ossia creare l’illusione di trasformare qualche pane e qualche pesce in tonnellate di pane e pesce senza tre tir di attrezzi di scena e senza nessun complice esperto, fallo.

Non ti preoccupare se il tuo commento va in moderazione. Dal momento che ho poco tempo e molti problemi, sono costretta a bloccare i commenti di certe persone disoneste che, in passato, mi hanno fatto perdere troppo tempo con la loro bassa sofistica. Ma se ti esprimi in maniera civile, pacata e onesta, se non hai il vizio di aggredire i blogger con raffiche di sofismi, buoni soltanto per sciupare il tempo, le tue opinioni, le tue obiezioni e anche le tue critiche sono molto, molto gradite. Non serve l'indirizzo mail, basta il nome o, a scelta, un nick-name.